Consigli utili per un buon funzionamento dell’AI Archicad
In questo ultimo articolo valuteremo l’applicazione dell’AI.
Esempi pratici
Arrivati a questo punto sorge spontanea la domanda su cosa si può effettivamente ottenere da uno strumento così potente e flessibile. In questi pochi giorni trascorsi dalla sua uscita, ho voluto un po’ di tempo per sperimentare diverse tematiche di seguito illustrate brevemente.
Come un Archistar
L’idea, che ho ripreso anche come un format sul mio canale social, nasce dal sogno comune di noi architetti di diventare un giorno Archistar come Renzo Piano (destra), Zaha Hadid (sinistra) o altri. Partendo dai miei due architetti preferiti, sono riuscito a tirar fuori, da semplici geometrie, le seguenti visualizzazioni.
Ritorno al futuro
Si sa che chi è nato negli anni 80’ o 90’, ha sempre un particolare interesse per la cultura pop di quegli anni, dove la tecnologia iniziava a prender piede e i pensieri fantascientifici degli anni 2000 diventavano sempre più presenti fra film, album musicali e videogame. In questi due casi, sono stati utilizzati due approcci differenti di impostazione dei settaggi, rispettivamente alti a sinistra, quindi meno creatività e più fedeltà, e bassi a destra, ovvero più creatività e meno fedeltà.
Il fascino della matita
In fondo siamo pur sempre architetti, e quel tocco di creatività lo vorremmo sempre trasmettere con la grafite di una semplice matita. Quindi perchè non esplorare le potenzialità creative dell’AI con gli effetti a schizzo o addirittura in stile manga?
Zero sbatti
Uno dei miei ultimi esperimenti, prevede la zero modellazione in Archicad, sfruttando il processo txt2img (destra) tramite il solo prompt. Non male come risultato, anche se, i tempi di calcolo si sono allungati notevolmente fino a 10/15 minuti, rispetto ai 3/5 minuti del processo img2img (sinistra).
Epic Fail
Quando hai in mente un’idea ma non riesci ad esprimerla bene, o meglio ancora, dai la colpa all’AI che non capisce nulla. Fra i tanti “wow”, ci sono stati anche un bel po’ di fallimenti, oltre che risate. Ve ne lascio un paio.
Consigli utili per un buon funzionamento
Nel corso di questi primi esperimenti con l’AI integrata in Archicad ho avuto modo di prendere visione di alcuni aspetti pratici che vale la pena evidenziare a chiusura dell’articolo.
Nonostante, infatti, la mia macchina MAC sia molto prestante con un chip Apple M1 Max, RAM da 32GB e CPU a 10-core (di meglio un’anno e mezzo fa c’era solo l’M1 Ultra), ho riscontrato un bel po’ di casistiche che spesso non mi hanno consentito di generare una visualizzazione coerente, oppure hanno influito pesantemente sulle prestazioni della macchina stessa.
Di seguito fornisco una breve guida di quanto scoperto:
- Chiudere i browser o le finestre internet superflue e cercare, quanto più possibile, di non navigare mentre l’AI è in calcolo;
- Lasciare la macchina calcolare per tutto il processo, senza farla eseguire in background mentre si svolgono altre mansioni. Nel mio caso ho assistito ad importanti lag con movimenti video a scatti;
- Dopo ogni visualizzazione prodotta, stoppare l’AI Engine, chiudere il Terminale e far ripartire tutto il processo, in quanto, dopo una prima generazione, non sempre si riusciva ad eseguirne di ulteriori;
- Avere sempre aperto un solo Terminale, più Terminali aperti non consentono ad Archicad di collegarsi con Stable Diffusion, perdendo dati durante il processo di scambio e generando messaggi di errore;
- Avviare la High VRAM solamente se si ha a disposizione una macchina molto prestante, sia dal punto di vista della RAM, che della scheda video;
- Assicurarsi che l’indirizzo dell’AI Engine sia sempre impostato come localhost:7860. Cambiare manualmente questo campo potrebbe portare, seppur apparentemente, l’avvio corretto dell’Engine, ma un messaggio di errore e stop dell’AI in fase di generazione. È consigliabile, invece, avere due indirizzi IP diversi quando si avviano due o più AI Engine;
- Verificare che il corretto caricamento del modello di Archicad, nella fase di refiner, non impieghi più di 90/100 secondi. Tempi di caricamento più lunghi potrebbero compromettere la generazione o “appesantire” i processi della macchina, andando a dilatare di molto i tempi di attesa. Tutto dipende anche se si sta caricando un modello concettuale o molto più dettagliato.
Ovviamente, questa è solo una piccola parte, non esaustiva, di consigli e soluzioni da applicare. L’AI Visualizer è ogni giorno una nuova scoperta verso i nuovi orizzonti digitali della nostra professione di architetti e, nel corso dei prossimi mesi, non mancherò di renderti partecipe di nuove idee e opinioni in merito con la seconda parte di questo articolo.
Credit: blog.archicad.it/Mario Napolitano