Rilievo classico
La prima possibilità deriva dalla prassi: ci si presenta con un bel blocco note cartaceo, o se proprio vogliamo con un tablet e penna digitale, magari con una piantina ingrandita della stanza estrapolata da una pianta di progetto o catastale, e si parte con il rilievo a mano della stanza con l’aiuto di un distanziometro laser.
Oltre alle varie misure, si dovranno prendere anche le diagonali della stanza per verificare se sia di forma regolare, le altezze, le finestre e tutte le varie rientranze che ci potranno essere.
Una volta terminato il rilievo, si dovranno portare tutte queste misure in Archicad partendo da zero, oppure scansionando la pianta utilizzata per il rilievo e piazzandola su un foglio di lavoro separato per poterla lucidare con le misure corrette. Questa è un’opzione che potrei adottare senza grossi problemi: conosco la metodologia e ho a mia disposizione la strumentazione.
Sarebbe molto interessante avere a disposizione un distanziometro più recente come il Leica Disto X3, un adattatore per treppiede di questo tipo, il tutto in abbinata con l’App Leica DISTO Plan per poter sfruttare la funzione Smart Room per ottenere un file DXF 3D. Purtroppo nulla di tutto questo è a mia disposizione e mi dovrò accontentare del mio Leica Disto Classic 5A e, se sceglierò di utilizzarlo, dovrò stare attento a non effettuare errori.
Scansione con nuvola di punti
Se invece vogliamo divertirci, possiamo passare alla tecnologia di scansione con nuvola di punti: oltre a ottenere un dato preciso, con la nuvola di punti abbiamo sempre tutto a disposizione, anche quegli elementi che non consideravamo importanti in un primo momento. Rimane il fatto che, per passare a un modello 3D sfruttando questa tecnologia, devo restituire graficamente il rilievo in Archicad.
Purtroppo l’approccio Scan to BIM di cui vi ho parlato qualche tempo fa, appartenente alla Open Design Alliance, è ancora in fase di sviluppo. Un peccato, avrebbe agevolato la procedura.
Per utilizzare la tecnologia a nuvola di punti ci vuole un bel laser scanner. Peccato che oltre a dovermelo portare dietro, non comodissimo con i mezzi di trasporto pubblici, non è nelle mie disponibilità. Chi però intende utilizzarlo può andare a rinfrescare le proprie conoscenze in questo articolo dedicato all’utilizzo della nuvola di punti, CloudCompare ed Archicad.
Rilievo LiDAR
In alternativa potrei affidarmi alla tecnologia LiDAR disponibile sui modelli recenti di iPhone in abbinata a qualche interessante applicazione come Polycam, iRhino3D o Roomscan LiDAR. Questa è un’interessante possibilità per chi ha ha disposizione già un iPhone con LiDAR e può approcciare alla tecnica di rilievo SLAM, volendo spingendosi all’utilizzo di hardware dedicato come indicato in questo articolo che spiega l’evoluzione della nuvola di punti.
Con Polycam si può esportare la mesh in formato OBJ ed FBX, mentre la nuvola di punti in formato XYZ e DXF (per citare i più famosi formati di esportazione). Molto interessante anche l’app iRhino3D, nata come visualizzatore mobile dei modelli 3dm generati da Rhino e che ora ha guadagnato la scansione degli ambienti costruiti. L’asso nella manica dell’app Roomscan LiDAR, rispetto alle precedenti, è poter esportare il modello in formato IFC (oltre a supportare l’esportazione di formato DXF, OBJ ed XYZ).
Purtroppo il mio iPhone è della generazione ante-LiDAR e non posso accedere a questo tipo di tecnologia, ma penso che questo capitolo possa essere interessante per chi può accedervi, trasformando il proprio smartphone in uno strumento SLAM. Nel caso, fate sempre prima delle prove e tenete bene a mente che questo utilizzo è gravoso dal punto di vista dei calcoli e si dovrà mettere in conto un aumento delle temperature dello smartphone e il veloce drenaggio della batteria.
Alternative meno costose
Quindi come fa un architetto come me che non ha gli ultimi ritrovati della tecnologia a disposizione? Si ingegna e fa di necessità virtù!
Iniziamo dalle app per aggirare l’assenza della tecnologia LiDAR nel dispositivo e cercare di fare qualcosa che assomigli il più possibile a un rilievo, celere e con una precisione accettabile: al grido “C’è un app per tutto!” [cit.] trovo qualcosa che fa a caso mio.
Si tratta di Magicplan, applicazione che tra l’altro avevo già sul mio iPad ma che non avevo ancora pensato di utilizzare per questo tipo di lavoro.
Il workflow è abbastanza semplice ma premetto che la migliore resa e facilità di uso si hanno con ambienti e stanze non arredate. Calibrato il dispositivo con il riconoscimento delle superfici piane, si utilizza la fotocamera per inquadrare l’ambiente e far riconoscere al dispositivo i vertici che nascono dall’incrocio delle pareti verticali con il pavimento. Dopo aver riconosciuto tutti gli spigoli a terra della stanza e averla “chiusa” si fa riconoscere l’altezza interna della stanza puntando un suo vertice superiore.
Il passaggio successivo è il riconoscimento automatico delle aperture come porte e finestre che è abbastanza buono, ma forse questa è la parte meno precisa del rilievo. Ne terremo conto adottando un approccio ibrido di rilievo prendendo anche le misure dei serramenti con il distanziometro ed effettuando le correzioni necessarie sul posto nell’applicazione oppure in seconda battuta in Archicad.
Perché parlo di Archicad se stiamo lavorando con Magicplan? Per il semplice fatto che questa applicazione permette l’esportazione del rilievo tridimensionale in formato IFC direttamente all’indirizzo della vostra casella di posta elettronica utilizzata per creare l’account di accesso. Una volta scaricato il file, importarlo in Archicad è un gioco da ragazzi! Potete seguire il menu File, selezionare la voce Interoperabilità poi Unisci e infine Unisci da file….
Il risultato dell’importazione è il modello tridimensionale rilevato e se vi state chiedendo come sono state importate le aperture, queste vengono importate come fori: alcune volte, in base a come è stata tracciata l’apertura durante il rilievo potete trovare degli oggetti al loro interno che possono essere eliminati o convertiti in serramento a vostra scelta in modo molto facile.
I solai non vengono importati anche perché credo che manchi proprio come oggetto esportato, ma poco importa: con l’utilizzo della bacchetta magica in pochi secondi abbiamo risolto anche questo problema. Rimangono solo da aggiustare le stratigrafie del muro in base a quello che è stato rilevato e la nostra base di partenza è stata fatta in modo completamente digitalizzato.
Un’altra possibilità che viene in soccorso a noi architetti è anche l’uso della fotogrammetria: non voglio spiegarvi nel dettaglio né il suo funzionamento né quali sono le app e/o servizi migliori per questa tecnica, ma vi voglio mettere la classica pulce nell’orecchio, che andrà a solleticare soprattutto i più appassionati di tecnologia che lavorano con dispositivi Apple.
Dando per scontato che siano state fate sufficienti foto della stanza o delle pareti con una sovrapposizione del 60% tra una e l’altra (questo è un parametro mio personale, ognuno di noi deve trovare quello che è più congeniale per il proprio dispositivo/modo di lavoro) esiste la possibilità di far elaborare le immagini direttamente dal Mac, usando l’utility da riga di comando messa a disposizione da Apple e che sfrutta il suo RealityKit Object Capture.
Immagino di aver destato la curiosità dei più audaci e, per aiutarvi nella scoperta di questa utility e del suo funzionamento, vi lascio questo video da cui poter partire con la vostra esplorazione.
Continua nel prossimo articolo: “I dati immateriali“