Nel caso vogliate ottenere dei volumi organici è consigliabile utilizzare lamiere metalliche, o altri materiali che possano essere facilmente piegati per adattarsi alla forma desiderata; è però necessario verificare che la superficie sia effettivamente ottenibile piegando il foglio di materiale perché in molti casi ciò non è possibile. Si dice che la superficie deve essere “sviluppabile”, cioè che una volta spianata questa non si strappi.
Una sfera ad esempio non è sviluppabile perché se la tagliassi a metà e cercassi di appiattirla, questa si romperebbe: ecco perché i planisferi hanno una sagoma irregolare, perché è necessario trovare il modo in cui “aprirla” senza romperla.
La questione è piuttosto complessa, nella pratica però bisogna scomporre la superficie in parti o strisce che siano sviluppabili. I sarti, quando confezionano, i loro vestiti utilizzano questo sistema.
Il Design computazionale opera questa scomposizione in tempo reale, elaborando la distinta dei pezzi, assegnando a ognuno un identificativo.
Questo processo vale sia per il rivestimento di un grande edificio che per arredi e installazioni da interno, che il materiale sia una lamiera metallica, lamine di legno o semplice cartoncino.
Planarizzazione
Se invece siete alle prese con una superficie a doppia curvatura e dovete utilizzare materiali rigidi come, ad esempio, una facciata continua in vetro, sappiate che dovrete affrontare dei costi di produzione esorbitanti: ogni pannello a doppia curvatura necessita di un proprio stampo e in una facciata i pezzi unici sono numerosi. Ecco perché è bene scomporre la facciata in singoli pannelli che siano perfettamente planari ma che, nell’insieme, compongano la superficie desiderata.
Il processo di planarizzazione è un processo iterativo, in cui vengono calcolati gli spostamenti di ogni singolo vertice di ogni pannello per far sì che il pannello sia planare e che i pannelli contigui siano ancora adiacenti. È una tecnica piuttosto recente, tanto che prima di allora gli involucri free form erano più unici che rari, a meno che i pannelli non fossero triangolari, considerato che per tre punti passa sempre e solo un unico piano: in poche parole, i triangoli sono sempre planari.
In conclusione possiamo affermare che gli usi e le applicazioni del Design computazionale, unito alle capacità della produzione digitalizzata, hanno cambiato il volto dell’architettura, offendo la possibilità di concepire opere complesse che sarebbero impossibili da realizzare con gli strumenti tradizionali.
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