Gli architetti non vivono solo di grandi progetti e non progettano solo per altre persone: nella vita di tutti i giorni non mancano i progetti fatti in casa. Piccole cose che aiutano a tornare con i piedi per terra per un po’ e, allo stesso tempo, ci sono utili per migliorare la qualità della vita… e come spunto per qualche articolo! In questo, vediamo un progetto homemade realizzato in BIM.
Il progetto: una piattaforma per il giardino in BIM?
L’occasione si presenta con la necessità di realizzare una piccola piattaforma per il giardino: si tratta di uno spazio rialzato rispetto al piano di campagna che, oltre ad avere la funzione di nascondere alcuni pozzetti degli impianti, dovrà ospitare un ombrellone, un paio di sedute e un tavolino realizzati recuperando qualche pallet dismesso. La posizione della pedana è perfetta per la stagione estiva perché si trova nel punto di passaggio delle correnti d’aria provenienti dalla valle, garantendo un po’ di sollievo anche nei giorni più caldi.
Rispetto al solito questa volta però si parte in modo diverso. Sapete che il BIM è, e deve essere, lo strumento principale per la progettazione, ma ciò non esclude altri tipi di strumenti che possono venire in soccorso, come in questo caso, nelle fasi preliminari della progettazione: il famoso pre-design. Personalmente non mi sono ancora staccato completamente dalla penna, però qualche anno fa ho sostituito la versione standard con con una penna digitale da usare in compagnia di un tablet.
Questo passaggio, seppur semplice, non è così banale come sembra essere: per me è stato il primo passo verso la digitalizzazione completa dell’ufficio, dato che mi ha permesso di attivare un workflow alternativo al precedente e ottimizzarlo in sinergia con altri strumenti informatici a cui non avrei avuto altrimenti accesso, proprio come fa il BIM per uno studio di progettazione.
Penna digitale e tablet sono importantissimi nelle fasi preliminari di progettazione, quando c’è l’idea in testa ma non è ancora formalizzata su nessun supporto fisico. Questo passaggio, spesso trascurato da molti perché visto più come una perdita di tempo che come una risorsa, consente un primo libero approccio al problema progettuale.
Libero sfogo, quindi, agli schemi e agli abbozzi per circoscrivere e studiare i problemi realizzativi che un’idea possa generare: il caso in esame è semplice, ma richiede comunque un suo grado di attenzione.
Gli approcci progettuali
L’approccio al problema progettuale oramai deriva direttamente da ciò che la filosofia BIM mi ha insegnato e la partenza non poteva che essere un oggetto tridimensionale: per semplicità ho utilizzato uno schema assonometrico di tipo isometrico, con una vista che riguarda l’intero oggetto da realizzare, tratteggiando un semplice esploso per pensare anche alla funzione non trascurabile di rendere ispezionatili i pozzetti degli impianti che la pedana andrà a nascondere.
Concettualmente bisogna pensare al basamento che deve essere solido e appoggiato a terra, mentre per la struttura portante bisogna pensare ad un sistema in legno che ne permetta una facile messa in opera; la pedana dovrà avere una prima struttura portante fissa e una seconda, di sezione minore, su cui fisare la pavimentazione e che permetta l’ispezione dei pozzetti sottostanti. Infine, ultima caratteristica, la struttura portante che regge la pavimentazione dovrà essere suddivisa zone per permetterne un facile utilizzo, visto che si tratta di coprire una lunghezza di poco più di 350 cm.
Procedendo con il disegno a mano digitale per la materializzazione dell’idea, individuo un aspetto cui portare un po’ più di attenzione: essendo una pedana che va ad affiancarsi al muretto di contenimento in cemento armato, il punto in cui la pavimentazione si avvicina al muro deve essere studiato bene nel dettaglio, considerando i necessari spazi per la rotazione della stessa.
Ho ridisegnato la parte interessata ingrandendola per lo studio in dettaglio e ho creato un dettaglio 2D per verificare le misure corrette. Qui, scopro che le misure indicative che avevo ipotizzato nello schema assonometrico non sono corrette e vanno aggiustate.
Piccoli progetti, piccoli dettagli, piccoli problemi.
Facendo un sunto mentale di questa mia piccola avventura progettuale casalinga, possiamo riconoscere molto bene il workflow progettuale che troviamo in Archicad:
- Si parte dal modello tridimensionale, realizzato come meglio si crede in base alla propria esperienza e alla necessità di dettaglio del progetto
- Si esplora il modello tridimensionale realizzato per scoprire i punti che hanno bisogno di un approfondimento;
- Si seleziona l’area scelta, si esegue una selezione dell’area e si realizza un particolare 3D per focalizzarsi sul problema, realizzando anche il dettaglio 2D.
Fin qui tutto normale, credo: ora passiamo a qualcosa di più interessante che può fare il BIM, mentre un disegno a mano non può fare.
Continua nel prossimo articolo: “Ottimizzare il cantiere con il BIM“