Questa implementazione potrebbe anche avvenire in una prima fase solo a titolo preventivo. Dopo aver portato a termine, o quasi, la progettazione con Archicad, si invia un file IFC all’ufficio tecnico comunale, che lo fa elaborare automaticamente dal sistema e restituisce un elenco dei controlli effettuati a livello normativo/urbanistico ed il relativo risultato. Una volta risolte le aree in cui il controllo ha dato esito negativo, si può mandare tranquillamente il progetto allo sportello telematico per l’edilizia, in modo da ottenere il permesso in poco tempo.
Nessuna copia cartacea, nessuna interpretazione della normativa, procedimento snello e veloce.
In attesa che le Pubbliche Amministrazioni adottino una procedura di verifica digitale dei progetti, col BIM possiamo già implementare la verifica digitale lato progettista.
In fin dei conti, si tratta di eseguire un controllo simile a quelli utilizzati nel model e code checking: utilizzando un software openBIM come Solibri, si può avviare automaticamente un set di regole di verifiche normative. Eseguito il check, il software salva il risultato dell’analisi in un report formato PDF, XLS o BCF, per rimane in ambito openBIM.
Il set di regole evidenza in automatico le difformità riscontrate nella verifica, classificandole in base alla problematica o alla gravità, secondo valori personalizzati dell’utente. Chiaramente, queste regole devono essere impostate dall’utente, ricordando che ci sono strumenti informatici che velocizzano di molto il lavoro degli architetti e che richiedono solo di alzare un po’ l’asticella delle conoscenze informatiche; né più né meno di quello che richiede l’utilizzo di un software di BIM authoring per la progettazione, rispetto al CAD.

Che cosa ci stiamo perdendo
In effetti, se ripercorrete indietro questo articolo, scoprirete anche che, nella sua prima metà, la procedura poteva essere tranquillamente portata avanti con software CAD, perdendo però tutti i vantaggi che derivano dall’utilizzo del BIM nella progettazione.
Per avere un’idea reale di quello che ci stiamo perdendo, possiamo dare un’occhiata al progetto BRISE di Vienna, finanziato dall’UE, che combina metodi BIM, Intelligenza Artificiale e Realtà Aumentata per creare un processo di approvazione digitale. Il progetto dovrebbe essere completato nell’agosto del 2023, con buona pace dei vecchi e consolidati metodi in uso.
Dubito fortemente che queste procedure possano essere completate da un progetto sviluppato col CAD. Per fortuna, esiste la filosofia OpenBIM.