Questo è un esempio tanto banale quanto chiarificatore: di ottimizzazioni all’interno di un cantiere edile, se ne possono fare tante altre, riducendo costi e tempi, ma solo se si ha tutto sotto controllo fin dalla fase progettuale con uno strumento come Archicad. In questo semplice progetto vediamo che il BIM è qualcosa di estremamente potente e che ci permette di contenere i costi a tutti i livelli, con un po’ di accortezza.
Sempre rimanendo in tema di esperienze esterne al classico mondo progettuale del BIM, vi segnalo un video in cui Pietro Massai racconta come la filosofia BIM è tra di noi, non solo in edilizia, ma anche in altri contesti calati nella vita di tutti i giorni: nella fattispecie parliamo di BIM al supermercato, con esempi decisamente calzanti.
La parte fondamentale del processo di ottimizzazione sono le proprietà di un oggetto. Ne possiamo associare davvero tante e, se non basta, ne possiamo inserire anche di personalizzate; il collegamento con la vita reale nasce dall’associazione dell’ID univoco, in ambito BIM, con il codice a barre di un qualsiasi oggetto in commercio.
Quando utilizziamo un lettore di codice a barre, questo legge un determinato set di proprietà, ovvero un determinato gruppo di informazioni necessario allo scopo in quel momento: può essere il prezzo, può essere la quantità di merce che c’è in magazzino, possono essere le caratteristiche tecniche dell’oggetto, dipende dall’ambito in cui viene fatta la lettura.
Non vi dice qualcosa? A me ricorda tanto un file IFC che viene trasmetto per comunicare un set di dati precisi utili allo scopo per cui viene inviato: strutturale, impiantistico, termico, architettonico, ecc.
Estendendo il discorso ma rimanendo nell’ambito di oggetti in vendita, arriviamo direttamente nell’ambito Retail, spazio in cui il BIM spesso non viene accostato. Nella puntata del podcast Archicad Talks registrata con Marco Bui di Pasolini siamo andati nel dietro alle quinte del servizio di General Contractor di Pasolini: un mondo fatto di progettazione e modelli tridimensionali che sono la parte superficiale di una struttura fatta di ID univoci, codice a barre e codici di identificazione interni delle Aziende, tutti diversi tra loro. Data la natura ambivalente dell’Azienda, divisa tra Clienti e Fornitori, è fondamentale la comunicazione tra tutti questi dati, portando economie di scala importanti: la scelta della gestione del database derivante dal modello nel caso di Pasolini è stata quella di utilizzare il database multipiattaforma Filemaker, ma lo stesso utilizzo può avvenire anche utilizzando il gestionale in uso all’interno dell’Azienda.
Anche in questo contesto, vediamo che ciò che è importante per i progettisti architettonici è importante anche nel settore retail: fulcro di tutto il nostro lavoro in ambito BIM è il template, che ci permette di ritagliare in modo sartoriale l’utilizzo di Archicad per il settore specifico in cui viene utilizzato; altro aspetto fondamentale è l’aumento di produttività: sono ancora allibito da quando Marco ci ha spiegato che i tempi di progettazione di spazi piccoli (meno di 1000 mq) sono risolti in un giorno rispetto alla settimana necessaria prima dell’utilizzo di Archicad.
Questo è un esempio di utilizzo del BIM nel settore Retail, ma non pensiate sia l’unico: in questo blog potete trovate tantissimi altri esempi di utilizzo del BIM in molti settori del design, tutti accumunati dalla voglia di rimanere al passo con la progressione tecnologica che sta investendo tutti i settori. Siamo ormai a metà di quest’anno, basta dare un’occhiata alle tecnologie emergenti per intuirne la direzione e cercare di avvicinarsi al futuro che ruota sempre di più attorno al BIM.